Buoni Pasto e Smart Working: una nuova frontiera per il lavoro agile nella Pubblica Amministrazione
Riconoscimento dei buoni pasto ai lavoratori agili: novità INPS
L’INPS ha introdotto una misura innovativa a favore del lavoro agile: il riconoscimento dei buoni pasto anche ai dipendenti in smart working. La decisione è stata ufficializzata il 6 novembre e comunicata il 3 dicembre 2024 tramite il messaggio HERMES n. 4092, rappresentando un importante adeguamento al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) delle Funzioni Centrali.
Secondo la nuova disciplina, il diritto al buono pasto è esteso anche ai lavoratori da remoto, purché venga rispettata una giornata lavorativa convenzionale di almeno sei ore, con una pausa minima di 30 minuti, in linea con quanto previsto per il lavoro in presenza.
Ambito di applicazione e criteri di accesso
Questa novità riguarda esclusivamente le Amministrazioni Centrali, come stabilito dall’articolo 14, comma 3-bis, del CCNL Funzioni Centrali. Uno degli aspetti più rilevanti è l’eliminazione dell’obbligo di tracciamento puntuale dell’orario: è sufficiente il rispetto dell’orario convenzionale, che deve prevedere attività distribuite sia nella fascia antimeridiana sia pomeridiana.
Altre aree della Pubblica Amministrazione, come il Comparto Funzioni Locali, non adottano ancora le medesime disposizioni, generando un dibattito crescente sulla parità di trattamento tra i dipendenti pubblici.
L’interpretazione dell’ARAN sul buono pasto in smart working
Con l’entrata in vigore del nuovo CCNL Funzioni Centrali il 27 gennaio 2025, è stata confermata l’erogazione del buono pasto per i lavoratori in smart working. In risposta ai numerosi quesiti pervenuti, l’ARAN ha fornito chiarimenti ufficiali.
L’articolo 14, comma 3, stabilisce che la giornata di lavoro agile debba essere equiparata, per durata e modalità, a una giornata in presenza, al fine di garantire l’accesso al beneficio. In altre parole, anche in assenza di una misurazione rigida delle ore lavorate, viene riconosciuto il diritto automatico al buono pasto, purché il dipendente rispetti l’orario standard previsto dal contratto.
Chiarezza normativa e condizioni di erogazione
L’ARAN ha precisato che il principio fondante è quello dell’equiparazione dei diritti tra lavoro in presenza e lavoro agile. Se un dipendente avrebbe diritto al buono pasto lavorando in ufficio, lo stesso diritto deve essere garantito anche in modalità agile.
Tuttavia, non cambiano i criteri di base per la maturazione del buono: il dipendente deve rispettare tutte le condizioni previste. Ad esempio, l’utilizzo di permessi orari riduce il monte ore teorico giornaliero e può incidere sull’erogazione del buono pasto.
Conclusione
La scelta dell’INPS e l’interpretazione dell’ARAN segnano una svolta significativa nel riconoscimento dei diritti dei lavoratori agili nella Pubblica Amministrazione. Questa misura rappresenta un passo concreto verso una maggiore equità tra lavoro in presenza e lavoro da remoto, valorizzando il modello di smart working come modalità organizzativa stabile e sostenibile.