Nel novembre 2024 la Commissione Attività Produttive della Camera ha approvato un emendamento al DDL Concorrenza che introduce un tetto massimo alle commissioni applicate dalle società emettitrici di buoni pasto nel settore privato.
La misura, attesa da anni da parte degli esercenti, mira a riequilibrare il sistema, già regolato nel settore pubblico.

Cosa prevede l’emendamento

L’emendamento stabilisce che:

  • Dal 1° gennaio 2025, le nuove convenzioni tra esercenti e società emettitrici potranno prevedere commissioni massime del 5% del valore facciale del buono.
  • Per i contratti già in vigore, il tetto sarà applicato dal 1° settembre 2025.

Perché è importante

Nel settore privato, le commissioni applicate dagli emettitori potevano superare il 15%, in alcuni casi arrivando anche al 20%. Un costo considerato insostenibile da molti ristoratori, bar e supermercati.

Con questa riforma, il governo punta a:

  • Tutelare gli esercenti, rendendo economicamente più sostenibile l’accettazione dei buoni pasto;
  • Evitare disdette o disservizi a danno dei lavoratori;
  • Armonizzare le regole tra pubblico e privato.

Reazioni dal mercato

Gli esercenti: “Finalmente una svolta”

Molti operatori della ristorazione e della grande distribuzione hanno accolto la notizia con soddisfazione. Federdistribuzione ha parlato di “un passo nella giusta direzione” per garantire equità nel sistema dei buoni pasto.

Le società emettitrici: “Rischio per il modello di business”

Le aziende che gestiscono i buoni pasto hanno invece sollevato perplessità, sottolineando il rischio che un limite così stringente comprometta la sostenibilità economica del servizio.

Il welfare aziendale sotto osservazione

Alcuni analisti ipotizzano che, per compensare il taglio alle commissioni, le società emettitrici possano aumentare i costi per le aziende clienti. Questo potrebbe indurre alcune imprese a rivedere l’offerta di buoni pasto ai dipendenti.

Conclusioni

Il tetto del 5% alle commissioni segna un cambiamento profondo nel sistema dei buoni pasto.
Da un lato si tutela la redditività degli esercenti, dall’altro si aprono interrogativi sulla tenuta economica del modello attuale.
Sarà fondamentale monitorare l’evoluzione del mercato nei prossimi mesi per valutarne gli effetti reali sul welfare aziendale e sul potere d’acquisto dei lavoratori.


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